Circolare n. 3 C.S.M del 24 Ottobre 1941

Oggetto: Difesa delle frontiere marittime

Firmata: Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito Roatta

Testo:

Messi fuori causa gli avversari adiacenti alle frontiere alpine – uniche «frontiere» metropolitane che il nemico possa minacciare e che noi dobbiamo coprire, munire, e – se occorre – difendere, sono quelle «marittime». Stimo perciò necessario integrare come segue l’istruzione per la difesa delle coste, in vigore.
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PREMESSA

A. Dato il grande sviluppo delle nostre coste, non è possibile provvedere alla difesa delle frontiere marittime mediante un denso schieramento di divisioni, tipo fronte terrestre. Si impone, invece, un sistema di difesa articolato, basato essenzialmente sull’impiego di unità di manovra.

B. Stabilito ed adottato in linea generale tale principio, è chiaro che il dosaggio delle forze preposte alla difesa varia col variare del- l’importanza, assoluta e relativa, delle singole zone: – è questo S.M. che apprezza, sia inizialmente che in seguito, l’importanza suddetta, e che determina i provvedimenti principali che ne conseguono; – a loro volta, i comandi periferici dosano i provvedimenti di loro competenza nel territorio dipendente.

C. Alla difesa delle frontiere marittime concorrono anche forze navali ed aeree, le quali: -avvistano a grande distanza i convogli avversari; -agiscono offensivamente contro i convogli stessi, navigazione durante, per intercettarli o danneggiarli, e contro le forze navali ed aeree che li proteggono; -cooperano alla offesa contro i convogli alla fonda; -appoggiano l’azione condotta dalle forze terrestri contro le truppe sbarcate. Elementi della R. Marina, quali semafori, batterie, etc., ed elementi della difesa contraerea, come P.A., C.R.N., P.V.B. (1), ed artiglierie e mitr. c.a. a compito misto, cooperano pure alla vigilanza ed alla difesa, in raggio più ristretto. La collaborazione delle forze ed elementi suddetti è regolata dalla «Istruzione» citata e da disposizioni integrative contingenti.

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ORGANIZZAZIONE E CONDOTTA DELLA DIFESA DA PARTE DELLE FORZE TERRESTRI
1. Lo scopo della difesa è quello: – di impedire lo sbarco di forze avversarie; – di catturare, distruggere o ributtare a mare le forze riuscite a sbarcare
2. La difesa comprende: Copertura costiera; Unità di manovra; Collegamenti Lavori di fortificazione.
COPERTURA COSTIERA
3. Ha il compito: di effettuare il servizio dì vigilanza; di opporsi allo sbarco di forze avversarie; di catturare distruggere o ricacciare quelle sbarcate, o – quanto meno – di contenerle, in attesa dell’entrata in azione delle unità di manovra; di provvedere alla protezione degli impianti e vie di comunicazione ed alla difesa antiparacadutisti, nella zona di sua giurisdizione.
4. Agisce nella fascia di copertura costiera, compresa fra il mare ed un limite interno determinato da questo S.M.
5. È articolata in «settori» di divisione (o brigata) costiera. Questi sono, a loro volta, divisi in «settori» di reggimento, e quindi di battaglione e compagnia, affidati ad unità costiere di ordine corrispondente. Possono esistere settori di reggimento autonomi, ossia indipendenti dai comandi di settore di divisione (o brigata). Settori corrispondenti a porti molto importanti sono designati – per ordine di questo S.M. – come «Difesa del porto di …». Il comando di settore è tenuto dal comandante dell’unità costiera addettavi, tranne quello della «Difesa di porto», che può essere affidato ad un ufficiale di grado più elevato. Le divisioni (o brigate) costiere comprendono due o tre reggimenti di fanteria, un raggruppamento di artiglieria, reparti del genio e servizi. Inoltre, eventualmente: reparti da posizione (mitraglieri – anti-carro – mortai) e reparti celeri (motomitraglieri – autoveicoli armati- treni blindati) I reggimenti costituenti settore autonomo comprendono un numero variabile di battaglioni e dispongono, eventualmente: di uno o più gruppi di artiglieria, di reparti da posizione, di reparti celeri e di reparti del genio. Le Difese di porto comprendono uno o più battaglioni e dispongono: di un raggruppamento o gruppo di artiglieria ed, eventualmente, di reparti da posizione, reparti celeri e reparti del genio. I raggruppamenti di artiglieria comprendono un numero vario di gruppi costieri, ed – eventualmente – uno o più gruppi mobili. I gruppi costieri sono assegnati ai settori di reggimento, e talvolta di battaglione, compresi nel settore corrispondente al raggruppamento. I gruppi mobili sono normalmente tenuti alla mano. I comandanti di raggruppamento e di gruppo esercitano altresì la funzione di comandante di artiglieria di settore e risiedono ordinariamente a lato del comandante di quest’ultimo. I comandi di divisione (o brigata) costiera, di reggimento costiero autonomo e di «Difesa di porto» dipendono dai comandi di C.A.(Corpo d’Armata) competenti per territorio”.
6. Le fanterie della copertura sono ripartite, organicamente, in reparti avanzati, riserve e nuclei antiparacadutisti,
7. I reparti avanzati comprendono: posti di osservazione costiera (P.O.C.); nuclei fissi; nuclei mobili; posti di blocco costieri (P.B.C.); elementi di protezione ad impianti e vie di comunicazione eventualmente);rincalzi.
8. I posti di osservazione costiera (P.O.C.) effettuano servizio di vigilanza, allo scopo di scoprire, seguire e comunicare immediatamente agli enti interessati l’avvicinarsi ed i movimenti di convogli o natanti avversari o sospetti, ed i tentativi di sbarco. Corrispondono, agli effetti della difesa delle coste, a ciò che sono, agli effetti della difesa contraerea, i P.A. Il loro servizio non è tanto importante in condizioni di buona visibilità (nelle quali è più redditizia l’osservazione da parte di aerei, navi al largo, e semafori), quanto in condizioni di scarsa visibilità, che favoriscono la sorpresa. I P.O.C., sono impiantati nei punti più importanti dei tratti di costa accessibile sforniti di semafori, e sono affiancati – quando possibile – ad osservatori di artiglieria. Sono comandati da graduati svelti e addestrati a rilevare e fornire dati di vera utilità: posizione, tipo e numero dei natanti nemici, direzione in cui muovono, che cosa fanno, punto preciso in cui si tenta di effettuare o si è effettuato lo sbarco, punto preciso in cui si rilevano rumori o segni di combattimento, etc. etc. I posti sono numerati – per settore costiero di divisione (o brigata), o di reggimento autonomo, o «Difesa di porto» – in modo che la semplice enunciazione del numero individui inequivocabilmente la località, da cui provengono le notizie. Comunicano (con i mezzi di cui in seguito), secondo formulari semplicissimi e chiari, stabiliti dai comandi di settore di cui sopra. Sono muniti di binocoli Concorrono con i P.O.C. nella vigilanza (osservazione e trasmissione delle notizie) tutti gli altri elementi in servizio lungo la costa.
9. I nuclei fissi hanno il compito di opporsi agli sbarchi, da postazioni prestabilire. Agiscono normalmente col fuoco. i nuclei mobili hanno il compito di sicurezza negli intervalli fra i nuclei fissi. Pertanto: perlustrano – specie di notte ed In caso di nebbia – detti intervalli; accorrono a sostegno del nucleo fisso laterale impegnato; agiscono col fuoco, appostandosi, in caso di minaccia diretta al punto della spiaggia in cui si trovano; – provvedono a ricercare ed a far fuori avversari eventualmente riusciti a sbarcare di sorpresa, isolatamente od in gruppo. I posti di blocco costieri (P.B.C.) hanno il compito di sbarramento delle rotabili. Lo assolvono con le norme stabilite dalla circolare di questo S.M. n. 19000, del 6 settembre corrente anno (norme riprodotte In allegato). Agiscono col fuoco, in posto. Come i nuclei mobili e fissi concorrono al servizio di vigilanza dei P.O.C, così questi ultimi cooperano – in caso di necessità – all’azione dei primi, agendo col fuoco dai propri appostamenti. I nuclei fissi e mobili, i P.B.C. ed I P.O.C. sono muniti di armi automatiche. I P.B.C. possibilmente anche di armi controcarro. Dispongono di racchette Illuminanti e di piccoli fari. Il personale dell’Arma dei CC.RR. (Carabinieri Reali) e della R. Guardia di Finanza in servizio costiero, e quello della R. Marina e della Milizia Portuaria a disposizione per la difesa dei porti, sono utilizzati come nuclei fissi o mobili, o come rinforzo agli stessi, agli ordini dei comandanti I reparti avanzati.
10. Dato che l’avversario ha costituito dei nuclei di sabotatori (Commandos), che raggiungono la costa a mezzo di moto canotti o di battelli pneumatici, e che ha già impiegato nuclei del genere sulle nostre coste, resta inteso che di notte (e di giorno in caso di nebbia) i nuclei fissi e mobili ed i P.O.C. aprono senz’altro il fuoco sulle Imbarcazioni che, sbucando dalle tenebre o dalla nebbia, si dirigono alla spiaggia, e sugli Individui che muovono o sostano sulla spiaggia stessa in atteggiamento sospetto. (Gli abitanti della costa, ed in ispecie i pescatori e barcaioli, debbono essere avvertiti di ciò). Di giorno, a meno che si abbia a che fare col nemico, l’apertura del fuoco è preceduta dalle Intimazioni regolamentari. Se queste non hanno immediato effetto, non si perde tempo: si spara.
11. Quando nella zona stessa dei nuclei fissi, nuclei mobili e «posti» di cui sopra (caso molto frequente sulle nostre coste), esistono impianti e vie di comunicazione, la loro protezione non è affidata a reparti a sé stanti, ma ai medesimi reparti avanzati che forniscono gli anzidetti elementi di servizio costiero. Questo non va inteso nel senso che i nuclei fissi, mobili etc. provvedono al loro servizio costiero e, contemporaneamente, alla protezione indiretta degli impianti e vie di comunicazione: ma nel senso che i reparti avanzati di copertura costiera forniscono, nel tratto loro affidato, sia gli elementi in servizio costiero, sia gli elementi di protezione diretta agli impianti e vie di comunicazione. Naturalmente sono ammesse delle eccezioni: per esempio, se un nucleo fisso costiero è postato, in vista del suo compito costiero, alla testata di un ponte, non sarà collocata anche una guardia di protezione al ponte, ma il nucleo fisso costiero – se del caso rinforzato – provvederà ai due servizi. La presente disposizione risponde al criterio di: evitare diversità di dipendenze, frammischiamenti e confusioni; favorire l’appoggio reciproco fra elementi in servizio costiero ed elementi di protezione; dare assoluta sicurezza agli impianti ed opere d’arte adiacenti alla costa. Il servizio di protezione agli impianti e vie di comunicazione comprende – qui come altrove – guardie fisse e pattuglie mobili.
12. I rincalzi dei reparti avanzati e le riserve della copertura debbono avere la maggior forza possibile, in relazione a quella complessiva dei singoli settori ed alla loro estensione: questo per applicare anche nel particolare il principio, adottato in generale, di basa re essenzialmente la difesa sull’intervento di elementi mobili.
13. È loro compito quello di accorrere a sostegno degli elementi in servizio sulla costa, per opporsi allo sbarco, far fuori le unità avversarie sbarcate, o – quanto meno – precludere una loro ulteriore progressione. Le riserve di copertura debbono, altresì, provvedere alla protezione degli impianti e vie di comunicazione nella parte interna della fascia di copertura costiera. Nel caso di iniziato sbarco, la parola d’ordine per i rincalzi dei reparti avanzati e per la massa delle riserve di copertura sarà: tutti addosso all’avversario per ributtarlo in mare! Contro nemico che ha appena messo piede a terra, e che si trova perciò in crisi, audacia e decisione conducono quasi sempre al successo, indipendentemente dal numero. Se non si riesce a ributtare l’avversario, occorre far fronte (preferibilmente su quelle stesse posizioni che servirebbero al nemico per costituire la sua prima «testa di sbarco»), e resistervi ad oltranza. In ogni caso, al primo allarme, una aliquota già fissata delle «riserve» di copertura (armi controcarri) prende posizione agli sbarramenti prestabiliti nella «fascia di copertura» a cavallo delle vie di penetrazione verso l’interno, mentre altra aliquota sbarra le vie costiere lateralmente al tratto dove si profila od è avvenuto lo sbarco.
14. L’intervento dei rincalzi dei reparti avanzati e delle riserve di copertura deve essere determinato a priori, in grandi linee o nei particolari (a seconda dei compiti), e ben noto a tutti i comandanti di reparto, in modo che l’avviamento per gli itinerari prestabiliti e la presa di posizione siano quasi automatici. Rincalzi dei reparti avanzati e riserve di copertura debbono poter entrare in azione nel punto minacciato al più presto (sbarchi rintuzzabili in primo tempo con pochissime forze, non lo sono con forze triple poco tempo dopo, quando le truppe avversarie abbiano avuto modo di costituire una «testa di sbarco»). Pertanto, quelli fra detti elementi che hanno il compito di accorrere in punti che distino oltre un’ora di marcia, debbono disporre permanentemente di biciclette e di automezzi che consentano, sia pure – per quest’ultimi – con più viaggi, il loro trasporto a pie d’opera. La proporzione delle biciclette e degli automezzi rispetto alle forze da trasportare aumenta col crescere delle distanze delle località di possibile previsto impiego. Riserve corrispondenti a tratti di costa poco guardati, e pertanto molto ampi rispetto alla forza prepostavi, disporranno dei mezzi necessari per il loro trasporto in un solo viaggio. l comandi interessati si debbono assicurare che gli automezzi in parola siano sempre in condizione di muovere prontamente e che dispongano dei carburanti necessari.
15. I reparti celeri di cui al n. 5 vengono dai comandi competenti impiegati, a seconda dei casi, come riserve proprie, come riserve o rincalzi decentrati, o per servizio di pattugliamento.
16. Un’aliquota delle riserve di copertura è (come detto innanzi) incaricata – a turno – della protezione ad impianti e vie di comunicazione esistenti nella parte interna della fascia di copertura costiera. La difesa contro paracadutisti nell’intera fascia è affidata a nuclei antiparacadutisti, adibiti esclusivamente a tale compito. Dei due servizi risponde il comandante di settore costiero. (Il servizio dì protezione ad impianti e vie di comunicazione e di difesa antiparacadutisti nel territorio esterno alla fascia di copertura costiera, dipende dai comandi di Zona territoriale; di Difesa in loro assenza).
17. Quando in prossimità della costa esistono reparti d’istruzione (scuole allievi ufficiali – scuole centrali – e simili), «truppe ai depositi» e truppe di passaggio, ma che sostino per un periodo di una certa durata, il comando di C.A. competente per territorio deve prevederne l’impiego, a sostegno della copertura od a rinforzo delle unità di manovra, od a sostituzione di queste ultime quando inesistenti. È pertanto necessario che detti reparti vengano orientati e preparati ad assolvere il loro compito senza equivoci ed incertezze: donde, contatti fra comandi, ricognizioni di itinerari, posizioni e località di raccolta, distribuzione di carte topografiche, esperimenti pratici, etc. Qualora le «truppe ai depositi» non possano, per difetto di armamento o altra causa, essere predestinate in totalità a detti incarichi, occorre determinare chiaramente i reparti delle stesse, organici o di impiego, da utilizzare. D’altra parte, dovendo questo S.M. attingere spesso ai depositi per complementi e per costituire nuove unità, i comandi interessati debbono costantemente tenersi al corrente dei movimenti che ne conseguono, per sapere di quali aliquote possono man mano disporre allo scopo di cui trattasi. Per il trasporto celere delle truppe in parola, si preventivi l’uso di autoformazioni militari (stabili od in sosta), di autocorriere, auto- bus cittadini ed autocarri privati, da precettare o requisire con pro- cedimenti tali da averne una prima aliquota disponibile in una-due ore al massimo, ed il resto successivamente.
18. Le artiglierie costiere hanno, a seconda del loro tipo (calibro, gittata, struttura, celerità di tiro, etc.) e della loro posizione, i compiti seguenti: battere le navi avversarie a distanza, navigazione durante; battere le navi alla fonda in vista di sbarco; battere i natanti coi quali viene effettuato lo sbarco; battere la spiaggia su cui il nemico abbia messo piede, e le posizioni su cui tenda a costituire la prima «testa di sbarco»; concorrere all’azione delle fanterie per contenere o ributtare in mare le truppe sbarcate.
19. I compiti suddetti hanno tutti grande importanza, ma è evidente che agli effetti della difesa terrestre sono preminenti i tiri antisbarco, diretti sulle navi alla fonda, sulle imbarcazioni che se ne staccano verso la spiaggia, e su quest’ultima. Nello stesso ordine di idee è chiaro che, in vista di impedire od ostacolare uno sbarco, il tiro antinave più redditizio è quello diretto contro le navi da trasporto.
20. In conseguenza della molteplicità dei compiti affidati alle artiglierie costiere e della necessità che possano cooperare all’azione anzidetta delle fanterie, tutte le volte che si disponga in corrispondenza di un dato tratto di costa di diverse batterie, si farà loro assumere uno schieramento che abbia una certa profondità.
21. Le batterie costiere aventi doppio compito (antinave e contraereo) assolvono, in caso di azione avversaria contemporanea dal mare e dall’aria, il compito preminente per ognuna di esse fissato. L’azione notturna delle batterie costiere è facilitata da stazioni fotoelettriche e – talvolta – da proietti illuminanti e da razzi lanciati da aerei. 22. La densità delle forze di copertura varia nel singolo settore – come nel dispositivo generale – a seconda dell’importanza dei diversi tratti del settore stesso. È specialmente densa, e ricca di artiglierie, la copertura sui tratti di costa accessibile, corrispondenti agli obiettivi che l’avversario può logicamente proporsi di raggiungere. Tali tratti sono: quelli laterali ai porti che consentono lo scarico massiccio di carri armati, autoveicoli, artiglierie e rifornimenti (porti indispensabili, sia pure non immediatamente, ad unità importanti); quelli corrispondenti ai porti stessi;quelli di accesso a città, grossi stabilimenti militari od industriali, e simili; quelli da cui partono rotabili di penetrazione verso l’interno. La copertura è meno densa, e meno fornita – o priva – di artiglierie, sui tratti di costa accessibile non aventi le caratteristiche di cui sopra. La copertura è molto rada e talvolta ridotta a semplice vigilanza, sui tratti di costa impervia od inaccessibile.
23. Le disposizioni di copertura (breve monografia della costa e della zona adiacente – dislocazione e compiti dei reparti avanzati e riserve – dislocazione e compiti delle artiglierie – dislocazione e compiti dei nuclei antiparacadutisti – turni – lavori fortificatori – collegamenti interni e coi comandi superiori e laterali – utilizzazione dei mezzi di trasporto – itinerari – servizi – etc.), debbono essere riunite presso i comandi di settore di divisione (brigata), di reggimento e di «Difesa di porto», e presso i comandi di raggruppamento e gruppo, in un piano di copertura costiera, che sarà tenuto costante- mente al corrente. I comandi di settore di battaglione e di compagnia, i comandi di batteria e quelli dei reparti di riserva, compileranno e terranno al corrente analogo documento, più succinto. Nuclei fissi e mobili, P.O.C., P.B.C., guardie e pattuglie di protezione ad impianti etc., e nuclei antiparacadutisti avranno una consegna. All’atto di cambio tra comandi e reparti, i piani e le consegne di cui sopra vengono passati agli enti subentranti.
24. In alcune zone costiere esistono, intercalati fra i settori di copertura, «piazze» e «settori» militari marittimi, comandati da ufficiali della R. Marina. La dipendenza di dette piazze e settori, e le relazioni fra essi ed i comandi del R. Esercito aventi giurisdizione sulle zone costiere in cui si trovano inclusi, sono regolate, sia per le circostanze ordinarie, sia per il caso di intervento delle unità di manovra, dall’istruzione sulla difesa delle coste» ed – eventualmente – da disposizioni contingenti.
UNITA DI MANOVRA
25. Sono costituite da intere G.U. (Grandi Unità) o da unità non indivisionate, tenute alla mano dai comandi di Armata e di C.A.(Corpo d’Armata) ed estranee alla copertura costiera.
26. Hanno il compito di manovrare contro avversario sbarcato, per catturarlo, distruggerlo o ricacciarlo a mare. In alcune circostanze un’aliquota può essere impiegata per rinforzare la copertura nei tratti minacciati, per opporsi agli sbarchi, o contenerli.
27. Dato il compito, le unità in parola debbono essere dotate di grande mobilità. L’ideale sarebbe che fossero esclusivamente costituite da truppe corazzate e motorizzate. In mancanza, dette unità od i comandi da cui dipendono, debbono disporre di autoformazioni, in proporzione direttamente corrispondente alle distanze che intercorrono fra la zona di residenza normale e quelle di prevedibile impiego.
28. La dislocazione delle unità di manovra, (sempre «grosso modo» centrale rispetto ai settori d’impiego), può essere raccolta ed adeguata alle maggiori comodità di alloggiamento, quando l’abbondanza dei mezzi di trasporto permetta di sorvolare alquanto sulla questione distanze. Quando difettino, invece, i mezzi di trasporto, la dislocazione è determinata tenendo in maggior conto la suddetta questione; ed è se occorre – articolata, in modo che una frazione sia a breve portata di ognuno dei settori importanti di più probabile impiego. In questo caso, s’intende che la frazione più prossima al settore in cui avviene l’intervento costituisce avanguardia della G.U. cui appartiene o che è destinata ad intervenire nel settore stesso.
29. I comandi delle G. U. (Grandi Unità) e delle unità non indivisionate di manovra non hanno, normalmente, ingerenza sui settori di copertura costiera. Debbono però, in misura adeguata al rango e compito loro, essere a perfetta conoscenza del servizio di detta copertura, del terreno, della sistemazione difensiva, dei principali collegamenti esistenti (centralini), e degli itinerari. Le carte topografiche delle zone che interessano debbono essere in costante distribuzione anche ai quadri minori. Debbono essere fatte frequenti ricognizioni da parte di tutti i quadri, e frequenti esercitazioni di assieme, aderenti ai probabili compiti. In occasione di esse, si faranno esercizi di carico e scarico sulle e dalle autoformazioni; le quali ultime debbono essere sempre in condizioni di muovere.
30. L’azione delle unità di manovra è improntata al seguenti concetti:
a) il periodo più critico per l’avversario è quello in cui inizia lo sbarco (convogli alla fonda – trasbordo delle truppe su imbarcazioni -traversata di esse – approdo); e quello successivo in cui, essendo riuscito a costituire una prima «testa di sbarco», il nemico tende a irrobustirla ed ampliarla mediante truppe e mezzi tuttora in corso di sbarco. In detta fase si deve: far fuori, con impiego rapido e spregiudicato delle prime unità accorrenti, i reparti nemici già sbarcati; sbarrare qualora non vi abbiano certamente provveduto le riserve di copertura le rotabili di penetrazione all’interno (bastano allo scopo piccoli reparti con armi controcarro o pezzi comuni in funzione C.C. (Contro Carro), ed ostacoli materiali); impedire, col fuoco delle batterie costiere e campali e delle armi della fanteria, ulteriori sbarchi; picchiare sodo sui convogli alla fonda e sui mezzi di approdo, con le artiglierie di cui sopra, con l’aviazione, ed eventualmente, con unità navali;
b) qualora il nemico sia già insediato a terra con forze notevoli, non è generalmente più il caso di aggredirlo (come nelle circostanze precedenti) con i primi elementi delle unità di manovra sopraggiungenti; ma conviene piuttosto contenerlo con parte delle forze e montare un’azione potente – di massa – contro la sua «testa di sbarco». Detta azione tenderà possibilmente a recidere la «testa di sbarco» alla base, e sarà accompagnata da offesa massiccia contro il convoglio alla fonda e lo specchio d’acqua fra esso e la costa;
c) qualora poi l’avversario sia riuscito non solo ad affermarsi sulla costa, ma a procedere verso l’interno, le unità di manovra tenderanno di massima a trattenerlo a cavallo della direttrice di avanzata, con un’aliquota delle forze, e a manovrare con la massa sul suo fianco. Quando l’avversario procedente verso l’interno non abbia altra possibilità di rifornimento – attuale e prossima futura – che attraverso la «testa di sbarco» da cui si è mosso, può essere redditizia, per l’insieme dell’azione, una puntata contro detta «testa». È intuitivo che quando le unità di manovra intervengono, in una qualsiasi delle forme suddette, la direzione delle operazioni è nelle mani del comandante di dette unità, e che passano alle sue dipendenze tutte le forze di copertura in posto od accorrenti.
31. Può verificarsi infine il caso in cui l’intervento delle unità di manovra sia più consigliabile in zona arretrata che sulla costa o sue adiacenze immediate. Questo caso si può verificare dove esiste una costa facilmente accessibile, difficilmente difendibile e che abbia retroterra immediato di scarsa importanza. In tali circostanze, può convenire che la prima aliquota delle unità di manovra sbarri l’ulteriore progressione avversaria in corrispondenza del margine interno della zona di scarsa importanza, e che il grosso inizi da detto margine la manovra destinata a ricacciare il nemico in mare.
32. Qualora, data la minore importanza generica o contingente di una zona costiera, non esistano a sua portata unità di manovra, i comandi competenti impiegano come tali le truppe di cui al n. 17.
COLLEGAMENTI
33. Il sistema di difesa di cui trattasi comporta collegamenti vasti, rapidi e sicuri. Principio basilare dell’impianto ed impiego di detti collegamenti è quello (press’a poco analogo a quanto in atto per la difesa contraerea) che le notizie di ciò che accade in mare e sulla costa debbono pervenire istantaneamente ai comandi incaricati del primo intervento (copertura), ed entro brevissimo tempo a quelli superiori.
34. Ne conseguono:
a) una rete di linee telefoniche dirette, o «cavallottate», riservate esclusivamente alle comunicazioni d’indole operativa (trasmissioni di notizie e di ordini); andamento sostanzialmente radiale;
b) una rete di linee telefoniche allaccianti diversi posti o centralini, di uso «omnibus», adibite al servizio di trasmissione corrente. Andamento radiale, trasversale, o misto. Sulle linee di questa seconda rete, che possano servire di raddoppio a quelle di cui sopra, viene applicata una «precedenza» per comunicazioni d’indole operativa, che permetta effettivamente il rapido raddoppio, in caso di necessità;
c) affiancamento di comunicazioni radio alle più importanti linee di cui in a);
d) provvedimenti di sicurezza (cicli – motocicli – autovetture – posti di corrispondenza) per supplire alla interruzione delle linee medesime. Questi ultimi provvedimenti non debbono e d’altra parte non possono essere intesi a sostituire il servizio di intere linee ma a permettere il «ponte» in corrispondenza dei tratti interrotti.
35. Allo scopo di facilitare detto «ponte», e le trasmissioni da parte di colonne, etc. in transito, i centralini e posti telefonici e le stazioni radio esistenti lungo le rotabili, o nei pressi immediati di esse, saranno segnalati col sistema fissato da imminenti disposizioni d’indole generale.
36. Speciale cura sia posta ai collegamenti interessanti i P.O.C. , gli osservatori d’artiglieria ed i posti di comando di reparti avanzati: elementi che sono, per forza di cose, all’origine delle notizie. Dai P.O.C. e dagli osservatori partono linee telefoniche del tipo a), riservato alle trasmissioni di indole operativa; vi sono inoltre addetti in permanenza motociclisti e ciclisti destinati a funzionare in caso di interruzione delle linee. In più, per permettere in qualsiasi eventualità l’istantanea segnalazione di fatti salienti e di semplice definizione (allarme – sbarco imminente od effettuato – cessato allarme – etc.), detti elementi ed i principali nuclei fissi sono muniti di pistole Very o di razzi. Naturalmente i posti di comando che debbono raccogliere le segnalazioni luminose in questione mantengono in servizio dei posti di vedetta, organizzati in modo da individuare senza equivoco l’elemento da cui partono i segnali (traguardi), ed il loro significato. Detti posti, a loro volta, segnalano, con artifizi luminosi, di aver veduto e compreso la segnalazione. Il codice relativo, semplice e chiaro, viene stabilito dai comandi di Armata o C.A. (Corpo d’Armata), con gli accorgimenti del caso per evitare confusioni nei punti di contatto.
LAVORI DI FORTIFICAZIONE
37. I lavori fortificatori sono compiuti principalmente nella fascia di copertura costiera, e sono, naturalmente, dosati con gli stessi criteri delle forze di questa.
38. Ad uso dei P.O.C. e dei nuclei fissi sono costruite postazioni per armi automatiche e piccoli ricoveri semipermanenti. Saltuariamente, nei tratti percorsi da nuclei mobili, si approntano postazioni per armi automatiche, pure del tipo semipermanente. Le postazioni sono ubicate e costruite in modo da permettere il tiro, preferibilmente incrociato e d’infilata o di schiancio, sullo specchio d’acqua antistante o sulla spiaggia. I lavori in parola debbono essere perfettamente «ambientati», in modo da sfuggire all’osservazione ed al tiro delle navi avversarie. Servono egregiamente allo scopo gli «accidenti topografici» che esistono quasi sempre in corrispondenza della spiaggia (abitati – giardini – recinti – terrapieni – spuntoni rocciosi – etc.). Ad uso dei P.B.C. sono costruite postazioni per armi automatiche e controcarri, ed approntati mezzi che obblighino materialmente i veicoli ad arrestarsi (solide sbarre – cancelli – grossi cavalli di Frisia – muri sfasati a baionetta – etc.).
39. In corrispondenza dei tratti di costa più sensibili (determinati secondo i criteri indicati nella Premessa – lettera B – ed al n. 22), i lavori di cui sopra ad uso dei nuclei fissi, nuclei mobili e P.O.C. (elementi – tutti – evidentemente più fitti che altrove), assumono maggiore consistenza e sono ubicati in modo tale da darsi reciproco appoggio e da formare un complesso avanzato organico. Vengono posti in opera reticolati.
40. Se l’importanza della zona lo consiglia, a tergo dei lavori suddetti, su posizioni coincidenti generalmente con quella che potrebbe essere la prima «testa di sbarco» avversaria, si costruiscono caposaldi, che permettano di concorrere alla resistenza degli elementi avanzati e di contenere l’avversario che l’abbia superata. Quelli fra i suddetti caposaldi che sbarrano importanti vie di penetrazione verso l’interno e lateralmente quelle costiere, saranno di tipo permanente. Gli altri, di tipo semipermanente. Ogni caposaldo deve poter far fronte sui 360 gradi. Saranno messi in opera reticolati collettivi e di reclusione dei singoli caposaldi, nonché ostacoli anticarro.
41. I caposaldi in parola vengono occupati, in caso di necessità, da riserve di copertura ed eventualmente da aliquote delle unità di manovra. Quelli a sbarramento di grandi vie di comunicazione sono tenuti in permanenza da guardie in grado di opporsi ad incursioni improvvise. Dette guardie sostituiscono là dove sono i P.B.C., e ne esercitano le funzioni.
42. In corrispondenza di piazze militari marittime e di porti molto importanti sarà prestabilito un fronte a terra, costituito da caposaldi di tipo permanente o semipermanente, inteso specialmente allo sbarramento delle vie di comunicazione. Detto fronte avrà sviluppo strettamente adeguato alle truppe disponibili in posto, ed – eventualmente – a quei reparti delle unità di manovra che possono giungere certamente in tempo utile a rinforzare il presidio normale. Ampiezza sproporzionata alle forze disponibili per guarnirlo darebbe al fronte a terra la caratteristica negativa di essere debole ovunque, ed esorbiterebbe allo scopo, che è quello di sicurezza, in attesa della riscossa delle unità di manovra.
43. Nei casi previsti al n. 31 saranno costruiti apprestamenti difensivi sulle posizioni arretrate ivi considerate; mentre sul corrispondente tratto di costa i lavori saranno ridotti a quanto occorre in vista di una tenue copertura.
44. All’infuori dei lavori sin qui considerati, possono esistere in zona interna – a cavallo delle più importanti rotabili di penetrazione (strette – nodi stradali – e simili) caposaldi di sbarramento arretrato. Essi vengono presidiati – in caso di necessità – da piccoli reparti prestabiliti delle unità di manovra.
45. Le batterie costiere aventi azione a grande e media distanza con compito antinave (meno quelle munite di installazioni speciali, come cupole, pozzi, etc.), sono per lo più in barbetta. Le batterie aventi azione a minore distanza ed incaricate di battere navi alla fonda, specchio d’acqua prossimo alla spiaggia, spiaggia e zona immediatamente adiacente, sono postate per quanto possibile – in modo da infilare o prendere di schiancio i loro bersagli. Conviene perciò collocarle, in caverna o in tagli dei terreno, sulle punte che fiancheggiano i tratti di costa accessibile, o sulle isolette che prolunghino dette punte, in modo che siano ben protette rispetto ai tiri da mare. Le batterie aventi, fra l’altro, il compito di cooperare alla riscossa o esistenza delle fanterie saranno in posizione più arretrata ed avranno sistemazione tale da favorire il più ampio campo di tiro. Nella zona di queste ultime batterie, o più indietro, saranno preparate posizioni sommarie, coi relativi accessi, ad uso delle artiglierie mobili della copertura e delle unità di manovra (posizioni che i comandi delle artiglierie interessate debbono ben conoscere).
46. I pezzi, osservatori, riservette e personale di tutte le batterie fisse debbono essere protetti con lavori semipermanenti o permanenti. Ogni batteria deve essere in condizione di provvedere alla propria difesa vicina.
47. Per riassumere e per intenderei: non si tratta di costruire una specie di «muraglia della Cina» lungo tutta la costa, ma bensì di approntare:
a) su tutta la costa accessibile appostamenti per P.O.C., nuclei fissi e saltuariamente – per nuclei mobili;
b) sui tratti più sensibili della costa accessibile: appostamenti come sopra, ma raggruppati in modo da darsi reciproco appoggio, ed organizzati collettivamente;
c) su questi ultimi tratti ed eventualmente anche all’in- fuori di essi:postazioni per batterie fisse;
d) a ridosso dei più importanti tratti di cui in h):caposaldi, situati per lo più sulle posizioni idonee a costituire prima «testa di sbarco» avversaria postazioni per batterie mobili;
e) nel retroterra di piazze militari marittime e di porti di grande importanza: caposaldi intesi specialmente a sbarramento delle vie di accesso alla piazza o porto;
f) nell’interno del territorio adiacente alle coste eventualmente: sbarramenti di sicurezza sulle più importanti vie di penetrazione.
48 Tutti i lavori fortificatori debbono essere accuratamente occultati o mascherati. Rilievi appariscenti rispetto a chi osservi dal largo debbono essere eliminati a qualsiasi costo. Sarà utile costruire false postazioni, in condizioni di sito e di lavorazione tali da poter trarre realmente in inganno l’avversario. Gli impianti ed opere d’arte prossimi al mare e da esso individuabili debbono essere mascherati (mimetizzazione – frascate – piantagioni – etc.). Il mascheramento non deve però «sposare» la sagoma di ciò che si maschera, ma variarla ed ambientarla col contorno. Questo vale specialmente per i ponti: quando ci si limiti – caso frequentemente riscontrato – a coprire di stuoie od altro materiale le travate metalliche o le arcate esposte al mare, seguendo rigidamente i contorni dell’opera, non si fa che renderne più visibile la sagoma. Occorre variare anche il profilo delle pile, il più basso possibile. La mimetizzazione consistente nel dare una tinta neutra uniforme, o tinte diverse, ma tenui (che a distanza fanno l’effetto dì tinta unica) serve a poco; occorrono chiazze a colorì forti e contrastanti, che, proiettando si sullo sfondo generale, spezzino la figura complessiva dell’ edificio od opera d’arte. Occultamento e mascheramento non si controllano da terra, ma dal mare.
49. Là dove i lavori fortificatori, per ampiezza e densità, formano sistema, debbono esistere posti di comando tattici, osservatori di comando, piani di fuoco e collegamenti integrativi.
50. Saranno costruite strade di accesso a posizioni e raccordi fra rotabili già esistenti, sia per facilitare la copertura, sia – e specialmente – in vista dell’impiego delle unità di manovra. Sulle grandi vie di penetrazione all’interno e su quelle costiere lateralmente ai tratti di costa particolarmente sensibili, vengono predisposte interruzioni.
51. Le decisioni circa l’esecuzione: dei lavori di fortificazione di cui ai nn. 40, 42, 43 e 44; delle opere permanenti in genere dei grandi lavori stradali; delle interruzioni; saranno prese da questo S.M., su proposta dei comandi interessati.
52. Difesa controparacadutisti e aviosbarchi. È possibile che l’avversario, a parte l’impiego di gruppi paracadutisti (che può avvenire in qualsiasi momento e dovunque), tenti, in concorso a sbarchi da mare, la calata di forze paracadutiste note- voli ed aviosbarchi. Dette imprese, di cui il conflitto in corso ci offre non pochi esempi, saranno dirette, nel raggio tattico del punto in cui si tenterà lo sbarco da mare, a campi d’aviazione, a terreni non apprestati ma che consentano l’atterraggio, e – per guanto riguarda i paracadutisti – alle zone adiacenti a detti campi o terreni. Occorre pertanto: che gli aeroporti prossimi a coste accessibili siano particolarmente ben protetti; che i terreni atti all’atterraggio di apparecchi da trasporto, che si trovino nella medesima situazione, siano determinati (col concorso di tecnici), elencati e segnalati a tutti i comandi interessati; che detti terreni vengano materialmente inibiti all’uso nemico (a mezzo, per es., di allineamenti di siepi di filo di ferro, fossi, etc.); anche per questo, ricorrere al consiglio dei tecnici; che le artiglierie costiere o contraeree a portata utile siano sistemate in modo da poter prendere sotto fuoco gli aeroporti e terreni in parola, ed orientate, in proposito; che sia preventivato e preparato il pronto intervento di riserve di copertura e di aliquote delle unità di manovra contro truppe avversarie scese od atterrate.
53. Segnalazione degli itinerari. Disposizioni di imminente diramazione, di applicazione generale, determineranno come segnalare gli itinerari grandi (rotabili) e piccoli (vie di accesso a posizioni, etc.). È intuitivo che le citate disposizioni debbono essere largamente applicate, e con grande cura, sia sugli itinerari interessanti il movimento delle unità di manovra, sia nella fascia di copertura, ad uso dei rincalzi e riserve della stessa.
54. Autostazioni. Le disposizioni di cui sopra contengono altresì prescrizioni circa l’approntamento di località di carico e di scarico di truppe su e da auto in formazioni. Ciò interessa in special modo le unità di manovra.
AVVERTENZE
1. La presente circolare, che fissa non solo dei principi generali, ma anche dei criteri contingenti, non deve essere distribuita a Comandi inferiori a quelli di Reggimento (Raggruppamento) costiero e di «Difesa di porto». Detti Comandi comunicheranno a quelli di Battaglione (Gruppo) dipendenti solo le norme che li riguardano direttamente, e le poche altre necessarie per inquadrarli.
2. Le disposizioni contenute nella circolare sono esecutive. Disposizioni precedenti, eventualmente in contrasto con esse, sono abrogate. I Comandi di Armata (e quelli di C.A. (Corpo d’Armata) e di Difesa direttamente dipendenti da questo S.M. (Stato Maggiore)), interessati alla difesa delle frontiere marittime, provvedano senz’altro in conseguenza, ognuno nel suo ambito. Si rivolgano a questo S.M.. per provocare le decisioni ed i provvedimenti di sua competenza.
3. Nel diramare la circolare questo S.M. provvede ad indicare, con foglio «Segreto» a parte, in analogia al comma B della premessa, quali siano le regioni in cui l’organizzazione della difesa deve avere la struttura più completa prospettata dalle presenti norme, e quali le regioni in cui la struttura sarà più semplice. Comunicherà in prosieguo di tempo eventuali varianti in proposito.
4. I Comandi in indirizzo debbono rendersi conto della importanza delle frontiere marittime, nelle condizioni di fatto. Alla organizzazione della loro difesa deve essere posta la medesima Cura e la medesima Energia che verrebbero poste alla organizzazione della difesa delle frontiere terrestri. La tendenza, talvolta qua e là affiorata, a considerare i provvedimenti di difesa costiera come cosa in più, che non servirà praticamente mai, che «si fa tanto per fare», ed il conseguente orientamento a sorvolare sulle manchevolezze che si riscontrano, debbono essere inesorabilmente stroncati.
ALLEGATO ALLA CIRCOLARE
POSTI DI BLOCCO COSTIERI
1. Nei punti più importanti delle rotabili adiacenti e parallele alla costa, sono istituiti dei posti di blocco costieri. Per punti «più importanti» delle rotabili suddette si intendono: i punti in cui dette rotabili danno accesso a grosse località, ad impianti militari, navali ed aeronautici, a grandi stabilimenti industriali e centrali elettriche; i punti in cui dalle rotabili costiere si staccano quelle che penetrano nell’interno del territorio (con la eccezione di cui in seguito). I posti di blocco costieri sono collocati fuori degli abitati. In conseguenza, nel caso che una rotabile penetrante nell’interno del territorio si stacchi da quella costiera non in aperta campagna ma in località abitata, il posto di blocco corrispondente alla rotabile diretta all’interno non è collocato nella località, ma a tergo di essa. Se detta località è ben guardata dal punto di vista costiero, e munita di forte presidio (come Palermo, Bari, Genova, etc.), non occorrono posti di blocco sulle rotabili che se ne distaccano verso l’interno. I posti di blocco costieri hanno il compito di sbarrare il passo a nuclei avversari che, essendo per avventura riusciti a sbarcare, tendessero a località, stabili- menti, etc. della costa, od a penetrare all’interno del territorio. Hanno altresì il compito di riconoscere tutti coloro che transitano. I posti di blocco costieri sono costituiti da nuclei muniti di armi automatiche, ed attrezzati con mezzi che obblighino materialmente i veicoli ad arrestarsi (solide sbarre – cancelli – grossi cavalli di Frisia -muri sfasati a baionetta – etc.). Il personale vigila non solo sulla rotabile, ma in un certo raggio a lato di essa. I posti di blocco costieri sono in funzione dal tramonto all’alba; ed anche di giorno, in caso di nebbia e di allarme costiero.
CONTEGNO DEL PERSONALE IN SERVIZIO
2. Il personale in servizio ai posti di blocco costieri deve esercitare le sue funzioni con decisione ed energia: niente complimenti – niente dimestichezza; ma invece: intimazione a distanza – «grinta» dura – intonazione di comando – fucile a «crociatet».
APERTURA DEL FUOCO
3. Salvo che non abbia palesemente a che fare con il nemico, il personale dei posti di blocco costieri non apre il fuoco se non dopo le intimazioni regolamentari
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